Un progetto a cura degli allievi dei master in editoria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Cronache dallo stage

Computer libri

Computer libri

Ci sono uffici che sembrano cristallizzati, avvolti in un apatico grigiore che permea le mura, inchiodando ai monitor gli sguardi vacui e spenti degli impiegati che si preparano ad affrontare la loro consueta routine; e ci sono invece uffici nei quali entusiasmo, passione e voglia di lavorare trasudano da ogni pietra, da ogni angolo, avvolgendo automaticamente chiunque varchi la soglia.

Per mia fortuna, è quest’ultima la situazione nella quale mi sono trovata catapultata non appena ho messo il piede nel luogo che per tre mesi sarebbe stato sede del mio stage.

Certo, anche qui gli sguardi sono puntati sui monitor (come del resto credo avvenga ormai in qualsiasi realtà editoriale, grande o piccola che sia), eppure si avverte subito che c’è qualcosa di diverso: sarà il biliardino che, in fondo alla sala, conferisce all’ambiente giocosità e allegria, riportando alla mente ricordi di intense ed estenuanti sfide; saranno le mappe, i libri, i vocabolari, che proiettano immediatamente una realtà così piccola in un contesto molto più grande; saranno i sorrisi dei redattori, le battute che spezzano i silenzi e creano complicità, le pause caffè e il pranzo in compagnia; saranno i Muppets, Tina, Baolo (non posso svelarvi chi siano questi mitici personaggi, la loro identità è segreta).

Il lavoro non manca mai, le urgenze si accavallano e riuscire a destreggiarsi nel groviglio di progetti sembra un’impresa, ma la situazione è sempre sotto controllo (o quasi).

Così, sono passata dalla ricerca di dati per le riviste di viaggio al caricamento di contenuti digitali, dalla stesura di articoli alla correzione di bozze e al… montaggio di ventilatori! Di sicuro, annoiarsi è impossibile!

In sole tre settimane ho imparato i gesti dei numeri cinesi, appreso qualcosa di più sulle tradizioni dei danesi e dei Ladakhi, scoperto cos’è la schiscetta e da dove viene l’espressione “reverendo, chi è di mazzo?”.

E, soprattutto, ho capito che il lavoro editoriale è un lavoro di squadra: ciascuno, infatti, ha la responsabilità di un incarico diverso, tuttavia ci si viene incontro a vicenda per garantire il rispetto delle scadenze.

Fra una risata e l’altra, si fa del proprio meglio per essere rapidi, efficienti e precisi.

E se a fine giornata il sorriso sulle labbra non accenna a svanire è perché so che, un passo alla volta, mi sto finalmente muovendo nella direzione che ho sempre sognato. E ne sono felice.

129164_6

ARTICOLI CORRELATI

CONDIVIDI

NAVIGA TRA GLI ARTICOLI

LEGGI ALTRI

LEGGI ANCHE…

La voce di un audiolibro? Può determinare il successo o il fallimento di un titolo....
Per raggiungerla bisogna abbandonare il centro città, e imbarcarsi in un viaggio che può durare...
Alle undici del mattino Cristina Taglietti esce dalla riunione di redazione al Corriere della Sera....
“E quasi come in un videogioco” dice Masa Facchini, editor e capo redattore presso Acheron...