Un progetto a cura degli allievi dei master in editoria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

L’informazione libraria sul web. Intervista a David Frati

Chiara Ascoli

Professione Editoria

“Quando facevo l’università non mi sarei mai sognato di occuparmi di libri se non per leggerli e collezionarli”. David Frati, però, con i libri lavora da anni. Nel 2005 ha fondato Mangialibri, magazine generalista dedicato al mondo dell’editoria che oggi conta più di 30.000 libri recensiti e interviste a più di 1.500 scrittori, il tutto per più di 600.000 pagine viste mensili di media.

 

David, come forse hai capito è la mia prima intervista, quindi volevo chiederti innanzitutto se hai qualche consiglio per chi è alle prime armi, visto che con Mangialibri di interviste ne hai realizzate molte…

Consiglio sempre ai miei redattori di evitare particolari troppo precisi sui libri a cui si stanno riferendo, perché le persone si potrebbero stancare di leggere cose che non sanno, visto che nella stragrande maggioranza dei casi non hanno letto i libri in questione e vogliono soltanto capire se potrebbero trovarli interessanti da leggere. Il nostro scopo è incuriosirli e spingerli a leggere il libro. Ma anche far esprimere il più possibile l’autore, le sue idee, le sue emozioni, magari cercando qualche retroscena interessante o simpatico. È importante non essere noiosi, è un consiglio che va bene sempre. Un’altra cosa importante: la domanda deve essere brevissima e deve mirare a far emergere l’opinione della persona intervistata, non quella dell’intervistatore. 

 

Laureato in Scienze Biologiche, ti sei occupato di cinema e tv, scrivi per riviste di medicina. Quanto sono importanti tutte queste competenze trasversali oggi? 

Diciamo che la situazione universitaria e di avviamento al lavoro della mia generazione era molto diversa da quella di adesso, il mio percorso di studi e di professione non è certo da prendere da esempio perché è la casualità che nel tempo mi ha portato a fare questo o quel mestiere. E quindi non mi sono preparato tecnicamente per questo. D’altra parte, il mio percorso di vita accidentato è diventato una ricchezza in più. Mi sono abituato al linguaggio della scienza e questo mi è tornato utile anche nell’occuparmi di libri perché nel mio piccolo ho superato quel contrasto che è tipico della cultura italiana tra la cultura scientifica e quella umanistica. Ho cercato di unire il rigore della scienza, del metodo scientifico alla “nerdaggine” delle mie letture, alla creatività. 

 

Com’era Mangialibri agli inizi, quando a parlare di libri online eravate pochi rispetto ad oggi? 

Quando abbiamo iniziato, i libri che uscivano in Italia erano infinitamente di meno. Invece adesso il boom dell’autopubblicazione, della pubblicazione a pagamento, l’ascesa della piccola e micro editoria e la scelta dei grandi editori di aumentare tantissimo il numero dei titoli che vengono pubblicati ha letteralmente inondato il mercato di proposte. Questo si è unito a un gusto rinnovato del pubblico per l’oggetto recensione – l’approccio Tripadvisor fa ormai parte della cultura di massa – e ha creato un terreno fertilissimo che prima non esisteva. Non dimentichiamo poi che nel 2005 i social network sostanzialmente non c’erano e anche il web era sì utilizzato ma visto ancora con un certo sospetto da gran parte del mondo dei lettori, un atteggiamento che ogni anno che passa si fa più marginale.

 

Quali sono invece le costanti?

Mangialibri continua a fare un lavoro di informazione libraria sostanzialmente tradizionale. Anche se vive sul web, (che continua a essere da alcuni, soprattutto dalle istituzioni culturali italiane, considerato come una cosa nuova, ma sono ventidue anni che c’è in tutte le case degli italiani) Mangialibri, quindi, è un contenitore che fa prodotti tradizionali. Le recensioni sono recensioni esattamente come lo erano nell’800, anche le interviste non sono in realtà niente di nuovo, non è questa la novità. La novità apportata da Mangialibri al panorama editoriale italiano sta nell’impostazione, nel tipo di linguaggio, nell’assenza di ogni snobismo, nel rifiuto netto della distinzione tra narrativa “alta” e “bassa”, nella nostra linea “popolare”. Questo è peculiare di Mangialibri, è come la linea politica di un quotidiano. Ma dal punto di vista editoriale siamo medium tradizionale che non è percepito così tanto tradizionale come dovrebbe essere da un ambiente che più che tradizionale è preistorico. Ecco questa è bella: un medium tradizionale in un ambiente preistorico, un ottimo titolo. 

 

In un’intervista hai detto di aver contribuito a cambiare il modo in cui si parla di libri sul web, pensi che oggi possa cambiare ancora?

Secondo me esiste ancora un grave, gravissimo problema di accesso all’informazione: la parte di pubblico che sostanzialmente determina il mercato editoriale italiano è lasciato senza bussola, come se non contasse. Sulle riviste, sui quotidiani, si parla di ALTRI libri, non di quelli da classifica, bleah! E invece quel pubblico conta eccome. Noi di Mangialibri siamo nati proprio per scardinare questo problema. Quant’è cambiato il modo in cui si parla di libri in Italia? È cambiato, ma non abbastanza, bisogna spalancare le finestre e far cambiare aria.

 

E a proposito di questo, volevo anche chiederti quanto una recensione online può influenzare la scelta di un libro e la sua lettura.

I dati dell’AIE ci dicono che più del 70% delle persone che comprano un libro lo acquistano dopo averne letto online, non necessariamente in una recensione. Si è sempre detto che il modo in cui si vendono i libri è il passaparola, e la Rete è una specie di passaparola globale. Ora, parlando di numeri medio-piccoli, noi lo vediamo giorno per giorno che abbiamo un’influenza importante: parlando di un libro riusciamo a farlo vendere direttamente, o magari anche indirettamente. Questo secondo caso non è quantificabile, ovviamente. Quello che riusciamo a quantificare è che decine di copie vengono vendute direttamente grazie a noi, e questo vale per noi come per altri sul web, quindi ecco che arriviamo quasi alla totalità delle copie vendute. Questo non può non avere una conseguenza dal punto di vista delle strategie di marketing degli editori. Attendiamo un cambio di strategia pubblicitaria da parte loro con ansia.

 

Pensi che gli ebook e gli audiolibri, da alcuni ancora demonizzati in contrapposizione al cartaceo, possano contribuire ad allargare il bacino dei lettori? 

Non so tu, ma io non tollero chi dice: “Eh ma il profumo della carta…”. Io colleziono libri da quando andavo alle scuole elementari e ne posseggo svariate migliaia, quindi lungi da me l’idea che l’oggetto libro non abbia valore. È interessante, affascinante, ci sono alcuni libri che è bello possedere, magari perché si tratta di un’edizione di pregio. Ovvio. Ma sia chiaro che l’ebook è uno strumento da grande lettore, non viceversa, perché ti permette di elevare alla massima potenza la tua smania collezionistica senza far crollare il palazzo in cui abiti e svuotarti il conto in banca. L’audiolibro è in forte espansione, perché permette una fruizione più facile per il tipo di vita quotidiana che conduciamo, banalmente consente l’ascolto durante il tanto tempo passato in automobile. È uno spazio di lettura che prima non c’era. Entrambi allargano senza dubbio più che il numero dei lettori, le possibilità di fruire della lettura. 

 

Per concludere, qualche consiglio per chi vuole scrivere di libri oggi?

Evitare questa smania che hanno tutti di recensire cose delle quali sanno poco o niente. Chi scrive di libri, e soprattutto chi scrive libri, deve essere prima di ogni cosa un fan della lettura e della scrittura. Ecco, questo sembra non esserci, né in chi delle volte (non sempre, per fortuna) cerca di recensire i libri altrui, sia soprattutto in chi vuole scrivere libri propri: non leggono, non sono nerd, fan, ultracompetenti della lettura. Prima di scrivere un libro, prima di scrivere dei libri altrui, dovete essere dei super preparati. Io dico sempre ai miei recensori: dovete essere degli “espertoni”. E se non lo siete, dovete perlomeno sembrarlo.

 

 

David Frati è intervenuto con Giovanni Burzio, Petunia Ollister e Giulia Fossati il 26 giugno 2021 al 1° FORUM NAZIONALE DEI BOOKINFLUENCER – Rassegna della microeditoria, ultimo appuntamento del ciclo di Dibattiti di Book Tales. Rivedi su YouTube tutti gli incontri!

 

 

 

 

 

 

 

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