Un progetto a cura degli allievi dei master in editoria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Quando i libri fanno notizia. Intervista ad Antonio Prudenzano di ilLibraio.it

“Oggi riuscire a creare un progetto interessante in rete non è impossibile se ci si mette insieme e si cerca una chiave di lettura alternativa a tutte le altre”. È fiducioso nel futuro dell’informazione culturale Antonio Prudenzano, approdato in GeMS nel 2014 come responsabile editoriale del sito letterario ilLibraio.it dopo anni trascorsi a occuparsi di editoria e libri online. Ne parliamo insieme in occasione dell’incontro di Editoria in Progress “Informalibro. Raccontare la cultura tra carta, radio e web”.

Per iniziare, ci puoi spiegare come è nata l’idea di un progetto particolare come quello di ilLibraio.it?

il Libraio è stato fondato come rivista letteraria cartacea nel 1946 da Leo Longanesi. L’esperienza durò soltanto tre anni, ma furono all’insegna dell’innovazione. Nel 1989 Stefano Mauri, presidente e amministratore delegato del Gruppo Mauri Spagnol, ha deciso di rilanciarla: oggi la rivista, disponibile nelle librerie, raggiunge gratuitamente decine di migliaia di abbonati, ed è molto apprezzata dalle lettrici e dai lettori. La responsabile del coordinamento della rivista è Elena Pavanetto, mentre della redazione si occupa Lucia Tomelleri. Quanto al sito ilLibraio.it, è online dal novembre 2014, e presenta un taglio differente. Il responsabile del progetto digitale è Alessandro Magno.

In cosa si differenzia il sito?

ilLibraio.it è uno spazio di informazione letteraria e culturale: c’è una redazione giornalistica che se ne occupa, e che io coordino, e diversi collaboratori (dove, tra l’altro, le collaboratrici sono più numerose dei collaboratori). Cerchiamo di valorizzare nuove “firme”, specializzate nei propri ambiti. Si tratta di un progetto unico nel suo genere: non mi risulta ci siano altri gruppi o singole case editrici che offrono uno spazio indipendente, aperto ai libri di tutti gli editori, grandi e piccoli. E che racconta quotidianamente l’editoria e a filiera del libro, riservando ampio spazio al mondo delle librerie.

Un’unicità che si rispecchia anche nel tipo di approccio che utilizzate.

Anche per differenziarci da altri siti e riviste online, puntiamo su un approccio giornalistico, valorizzando le notizie: in pratica, raccontiamo l’editoria come sui giornali e sui siti dei quotidiani si parla di economia, politica, attualità. Per questo, a meno che non si tratti di interventi firmati da narratori o saggisti, difficilmente su ilLibraio.it troverete articoli scritti in prima persona. Allo stesso tempo, sul sito è presente anche una sezione più simile a quella di una rivista letteraria, in cui vengono approfondite diverse tematiche. Principalmente si parla di letteratura e cultura, ma anche di attualità: a questo proposito, ci occupiamo spesso di scuola, femminismo, razzismo…

E in cui parlate anche di cinema e serialità televisiva. Ma allora è vero che le serie tv costituiscono la “nuova letteratura”?

Questo è un discorso che in Italia faceva già Aldo Grasso circa quindici anni fa, quando frequentavo l’università, e da allora la discussione non ha fatto troppi passi avanti. Ci sono sicuramente diverse serie innovative dal punto di vista narrativo, ma certo non mancano i romanzi contemporanei di qualità. Personalmente, alle serie televisive preferisco il cinema, ma sul sito, ovviamente, ci occupiamo di entrambi i mondi, anche cercando i punti di contatto con l’universo dei libri. Tra l’altro, il numero di film e serie tv tratti da romanzi è notevolmente cresciuto, così come il dialogo tra la filiera del libro, l’industria cinematografica e quella delle serie.

È molto diverso scrivere per il web piuttosto che per la carta?

Il web e i social hanno avuto un impatto molto forte sul mondo del giornalismo, da vari punti di vista. Tra questi, mi pare non ci sia la scrittura, dove il cambiamento è meno evidente. Il livello di scrittura e approfondimento – mediamente alto – di molte riviste letterarie tiene il confronto con quello, altrettanto significativo, di buona parte delle pagine culturali dei quotidiani.

Però l’impatto delle nuove tecnologie sul mondo dell’informazione libraria è stato notevole. E cresce il successo dei nuovi booktuber. Tra gli addetti ai lavori c’è a volte una certa diffidenza nei confronti di queste figure…

Confermo, un pizzico di diffidenza da parte di qualcuno persiste, ma non nel caso de ilLibraio.it: lo dimostra il fatto che due di loro, a mio giudizio i più competenti e originali, Ilenia Zodiaco [ex allieva del Master NdR] e Matteo Fumagalli, hanno iniziato a collaborare con il nostro sito. Non conoscevo bene questo fenomeno, si tratta di un mondo piuttosto variegato e quindi interessante da raccontare. Molti booktuber hanno la capacità – che nessun blog, giornale, rivista o sito può vantare – di riuscire a parlare di libri a un pubblico di adolescenti. Un merito che va loro riconosciuto.

Quali possibilità per chi vuole lavorare nel mondo dell’editoria oggi?

Inutile negarlo, nell’ultimo decennio la rivoluzione digitale ha avuto un impatto significativo. In questo contesto in evoluzione, l’editoria libraria, numeri alla mano, sta tenendo meglio rispetto a quella dei giornali. Certo, gli spazi non sono tantissimi, ma in una città come Milano, dove si concentrano gran parte delle case editrici, delle agenzie letterarie e di comunicazione, le opportunità per i giovani ci sono.

In conclusione, cosa ti senti di consigliare a chi vorrebbe lavorare in questo ambiente?

Leggere tanto, sia libri contemporanei sia classici, non solo narrativa ma anche saggistica. E non soltanto libri, ma anche articoli e approfondimenti online, pubblicati in Italia e all’estero, senza dimenticare gli inserti culturali dei giornali. Da un lato è importante sviluppare competenze più tecniche e specifiche, dall’altra restano fondamentali una cultura generale di base, una forte curiosità e una grande passione per l’ambito in cui si sogna di lavorare. Quanto ai social, di cui molto si parla, è necessario approcciarsi a questo mondo in modo professionale, curioso e, allo stesso tempo, consapevole dei rischi. Insomma, bisogna saper usare i social, ma senza farsi usare.

 

L’intervista è stata realizzata in occasione dell’incontro “Informalibro. Raccontare la cultura tra carta, radio e web” nell’ambito del ciclo “Editoria in progress 2018”.

Davide Prudenzano è docente del Master Booktelling. Comunicare e vendere contenuti editoriali. Vedi l’elenco completo dei docenti del Master Professione Editoria e del Master BookTelling Comunicare e vendere contenuti editoriali.

Leggi le precedenti interviste:

“Amate i libri”. Intervista a Gianluca Foglia, direttore editoriale di Feltrinelli di Chiara Alessandra Piscitelli.

Carta o e-book? Non importa, contano le storie. Intervista a Riccardo Cavallero di Beatrice D’Anna.

La redazione come il bar di Star Wars, intervista a Massimo Turchetta di Micol Koch.

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