“Ti piacciono le riviste di meccanica?” chiedevano Morgan e i Bluvertigo in una delle loro canzoni più famose. Ebbene, c’è di più, c’è chi questo tipo di riviste le progetta e le redige. È il caso di Fabrizio Dalle Nogare, ex allievo del Master Professione Editoria cartacea e digitale, che attualmente ricopre il ruolo di redattore presso PubliTec, società che si occupa della composizione e della diffusione di periodici legati al mondo della meccanica e dell’automazione.
Una laurea in giornalismo e poi la scelta di iscriverti al Master. Cosa ti ha spinto a entrare nel mondo dell’editoria?
Ho sempre avuto un grande interesse per i testi, di qualsiasi tipo e forma. Per questo motivo, nonostante il mio primo amore fosse il giornalismo, ho deciso di intraprendere un percorso che mi permettesse di conoscere le diverse modalità di intervento sul testo e di cogliere i vari aspetti del lavoro editoriale. Il Master in editoria si è rivelato utile proprio per apprendere gli strumenti che consentono di gestire al meglio ogni tipo di contenuto e di prodotto editoriale, ma è servito anche a creare un network di conoscenze necessarie ad accedere a questo ambito.
Da qui il tuo avvicinamento all’editoria tecnica. Infatti hai un passato da editor in Sanitanova e ora lavori per PubliTec. Com’è stato il tuo percorso e quali sono gli aspetti più importanti del tuo lavoro?
A PubliTec avevo svolto uno stage semestrale legato al Master. Successivamente, dopo un periodo dove sono stato redattore e correttore bozze freelance e dopo un impiego a Sanitanova, sono stato richiamato a PubliTec per un tipo di lavoro più giornalistico. Ora gestisco l’intero processo di realizzazione di due riviste: una tratta di assemblaggio e meccatronica, l’altra di tecnologie per la trasmissione di potenza e l’automazione. Il mio lavoro va dalla raccolta di notizie al controllo finale degli impaginati, quindi prevede la scrittura degli articoli, l’organizzazione delle interviste, la stesura di report a proposito delle varie fiere del settore e la cura generale dell’editing. Non si può dire che non abbia da fare…
Occuparsi di tutto, dall’organizzazione del timone editoriale al controllo delle cianografiche, non deve essere semplice. Come organizzi il tuo lavoro?
Il segreto è rispettare le tempistiche. Per questo è necessario dotarsi prima di tutto di un programma editoriale preciso. Diciamo che le date di scadenza possono sembrare il nemico, e averci a che fare quotidianamente non è facile, ma sono gli unici strumenti che consentono di portare a termine il lavoro, permettendo così di far uscire una rivista completa e nei tempi stabiliti. Insomma, seguire personalmente tutte le fasi di lavorazione di un periodico può risultare stancante ma ha anche molti vantaggi.
Quali?
Innanzitutto permette di dare carattere al proprio lavoro. In un ambiente come l’editoria B2B, dove la concorrenza è molto forte, avere uno stile personale e soprattutto uniforme può aiutare a valorizzare i contenuti che si propongono. Dare personalità e omogeneità a questioni tecniche come quelle che tratto non è semplice, ma si rivela indispensabile se si vuole alzare il livello delle pubblicazioni e, in generale, la qualità di una rivista. In questo senso l’impronta del redattore può risultare davvero fondamentale.
Quindi stai dicendo che ci sono modi per rendere i periodici di cui ti occupi più accattivanti…
Certamente. La prima regola da rispettare è essere rigorosi nei contenuti, quindi è importante avere delle buone competenze riguardo alle tematiche che si propongono. Tuttavia, lavorare bene sulla forma dei testi può aiutare a rendere tutto più interessante. Per esempio, dare agli articoli titoli efficaci, disporli in modo coerente e ben orchestrato, inserire fotografie con prospettive insolite e più curiose, pensare bene lo spazio da affidare alla pubblicità, sono tutti elementi che permettono di catturare l’occhio e l’attenzione dei lettori.
Consiglieresti a un giovane questo ambito dell’editoria?
L’editoria B2B è una realtà stimolante da molti punti di vista. Anche se le tematiche trattate sono molto specialistiche non mancano le occasioni di crescita personale e, perché no, di divertimento. L’innovazione e la tecnologia sono campi in continua evoluzione, che consentono di rimanere in contatto con i settori più dinamici del lavoro e della società. Inoltre, in un mondo editoriale sempre più in affanno, l’editoria tecnica permette di trovare realtà economicamente più solide. Il consiglio che posso dare è sviluppare al meglio le proprie competenze tecniche e gestionali, le uniche in grado di perfezionare la cura dei contenuti e la pianificazione del lavoro.