Un progetto a cura degli allievi dei master in editoria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Dal Master alla direzione di una collana: la storia di Anna

Anna Banfi

Anna BanfiL’ex allieva del Master Anna Banfi ci parla del suo ingresso nel mondo del lavoro e della sua carriera presso le case editrici La Vita Felice di Milano e Edizioni Casagrande di Bellinzona. Ci dà inoltre preziosi consigli sullo stage e sul nostro futuro lavorativo, con una raccomandazione speciale: essere sempre attenti e curiosi.

Sei stata una studentessa del nostro Master in Professione Editoria Cartacea e Digitale. Come ti sei avvicinata al Master e quali erano le tue aspettative?

Ho sentito parlare del Master per la prima volta alla Pearson dove, in seguito, ho fatto anche lo stage. Avevo da poco concluso il dottorato in filologia classica e, dopo aver lavorato in ambito accademico, desideravo affacciarmi nel mondo dell’editoria professionale. Durante un colloquio con i dirigenti dell’area umanistica per una possibile collaborazione mi è stato segnalato il Master.
Ero alla ricerca di un corso che mi fornisse gli strumenti pratici per lavorare in editoria: tecniche di correzione di bozze, editing, attività redazionale.

Il Master prevede uno stage personalizzato alla fine dei laboratori. Parlaci della tua esperienza: le competenze che hai acquisito in aula ti sono risultate utili in casa editrice? Qual è stato l’impatto dello stage sulla tua carriera successiva?

Inizialmente volevo entrare in Adelphi, ma con il coordinamento del Master abbiamo individuato come più adatto a me lo stage alla Pearson, dove cercavano personale con competenza in latino, ideale per me che avevo conseguito un dottorato in filologia classica. Lo stage si è rivelato molto utile dal punto di vista lavorativo, soprattutto per quanto riguarda la cura del testo, mentre partivo già da una solida base teorica accademica. Ho avuto inoltre la fortuna di essere seguita da professionisti che hanno saputo guidarmi e mi hanno insegnato le basi del mestiere. È importante trovare persone di questo tipo, e allo stesso tempo essere curiosi e fare tesoro delle nuove competenze acquisite.

Tra le tue attività professionali c’è quella di direttrice di collana. Puoi spiegarci come sei arrivata a ricoprire questo ruolo? 

Al momento dirigo la collana de “I libri di fata Morgana” per la casa editrice La Vita Felice di Milano: finora sono usciti quattro volumi. Ho conosciuto l’editore anni prima, mentre collaboravo con la rivista “L’indice dei libri” e cercavo un’altra rivista per cui scrivere. Ho contattato il direttore del periodico QuiLibri, pubblicato appunto da La Vita Felice, e mi sono proposta. Col passare del tempo ho svolto varie mansioni all’interno di questa casa editrice, arrivando a costruire un rapporto di fiducia con lo staff. Successivamente sono partita per un viaggio in Australia, dove ho vissuto per sette mesi e mi sono imbattuta in un libro di Emily Caroline Creaghe, viaggiatrice sconosciuta in Italia e forse anche nel resto del mondo. Era una viaggiatrice sui generis che aveva esplorato i territori impervi del nord Australia, popolati ai tempi solo dagli aborigeni e pochi europei. Da questa lettura è nata l’idea della collana “I libri di fata Morgana”, dedicata alla letteratura femminile di viaggio. Ha avuto un ottimo successo sia a livello di pubblico che di critica. Per questo sono molto soddisfatta.

Quali sono le tue mansioni principali?

Mi occupo soprattutto dell’individuazione e della scelta dei testi che potrebbero entrare nella collana. Cerco storie di viaggiatrici e scrittrici che potrebbero risultare interessanti per un pubblico moderno. Solitamente prediligo opere di autrici che non siano già state pubblicate in Italia, o testi inediti di autrici note. La cura editoriale, invece, è tutta in mano all’editore: come direttrice di collana non lavoro direttamente sul testo.

L’editore Casagrande, per cui collabori dal 2014, ha sede in Svizzera. Ci puoi descrivere la tua esperienza di lavoro in una casa editrice estera?

Ho conosciuto la Casagrande nel 2010, quando ho organizzato un festival della letteratura a Porto Venere, in provincia di La Spezia, chiamato “Scomparire più discretamente possibile”. Molte delle opere presenti alla fiera erano edite da questa casa editrice. Ho quindi deciso di contattare l’editor di riferimento, ci siamo conosciuti e abbiamo dato inizio a una collaborazione professionale, ancor prima di iniziare il Master. Dopo la fine dei corsi, mi hanno chiesto di continuare a lavorare con loro. Ho vissuto a Bellinzona per circa otto mesi, ma ora lavoro a distanza. La Casagrande è una realtà d’eccellenza caratterizzata da grande professionalità, organizzazione e puntualità nei pagamenti. L’esperienza è stata positiva sotto tutti i punti di vista.

Infine, quali consigli potresti dare agli attuali allievi del Master e a coloro che vogliono intraprendere una carriera nell’editoria?

Siate curiosi, attenti alle novità e a tutto ciò che accade nel mondo editoriale. Interessatevi anche a questioni di attualità e di politica. Chiedetevi cosa fanno i colleghi che lavorano nel vostro stesso settore e, durante lo stage, fate in modo di osservare i professionisti più preparati e con più esperienza. Fate attenzione al loro stile, al loro metodo di lavoro e al modo con cui affrontano il testo. Siate anche umili: conoscere i propri limiti è sempre importante. Costruite il vostro gusto personale girando tra le librerie, osservando la produzione con lo sguardo professionale di un addetto ai lavori. È quello che sarete una volta terminato il Master.

Intervista a cura di Davide Basile e Francesco Tito

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