Un progetto a cura degli allievi dei master in editoria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Il tuffo nel pozzo. È ancora possibile fare del buon giornalismo? di Domenico Quirico

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“L’editoriale ha ucciso l’anima del giornalismo che è racconto, immersione della realtà, contagio del presente. […] Non c’è un editoriale che abbia cambiato la storia del mondo, ci sono molti onesti racconti della realtà che lo hanno fatto. […] È esattamente quello che non scriviamo più, o non sappiamo più scrivere.”

In un momento di crisi per il giornalismo, anche Domenico Quirico, come altri suoi colleghi, si interroga sulle ragioni di tale crisi e sulle possibilità di risollevare le sorti della sua professione, e lo fa in questo libro pubblicato da Vita e Pensiero.

L’autore lavora a “La Stampa”, è stato inviato in varie terre di conflitto tra Africa e Medioriente. È noto inoltre per il periodo di prigionia in Siria nel 2013, un’esperienza raccontata nel libro Il paese del male. 152 giorni in ostaggio in Siria (Neri Pozza, 2013).

Il tuffo nel pozzo, che dà il titolo al libro, rappresenta il gesto del giornalista che si immerge senza paura nella realtà che intende raccontare, cercando di andare oltre la superficie che si vede quando ci si affaccia per guardare appunto dentro a un pozzo. Quirico difende a spada tratta il giornalismo come racconto, che esige la “contiguità fisica e morale” di chi si fa testimone degli eventi, contrapposto al “giornalismo del sentito dire” fatto in albergo attraverso le interviste o ricorrendo agli archivi, e che oggi è il “giornalismo di internet” per il quale è sufficiente un computer e una redazione.

Il libro mette continuamente a confronto queste due idee del giornalismo: quella del racconto del giornalista che si fa testimone, e quella dell’editoriale che tenta di spiegare la realtà, ma spesso senza riuscirci. Quest’ultima sarebbe la responsabile dell’allontanamento dei lettori, mentre in passato l’informazione sarebbe stata capace di mobilitare le persone, che scendevano in piazza con in mano i giornali, trasformando la testimonianza del giornalista in “coscienza collettiva”.

Con un tono accorato Quirico denuncia la scomparsa progressiva di una certa idea di giornalismo che lui predilige e che intende rappresentare con la sua esperienza professionale. L’energia che l’autore mette nell’appello a cambiare rotta rivolto ai colleghi rischia a volte di andare a scapito della chiarezza espositiva. Il libro è dunque un invito a ripensare il ruolo del giornalista, prima che sia troppo tardi.

Domenico Quirico – Il tuffo nel pozzo. È ancora possibile fare del buon giornalismo?

88 pagg., 10 euro – Vita e Pensiero 2017 (Punti)

ISBN 978-88-343-33228

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