“Un traduttore (soprattutto quando traduce in versi) è come uno che fa la valigia. È aperta davanti a lui; ci mette un oggetto, poi si dice che un altro potrebbe essere più utile, allora toglie l’oggetto, poi lo rimette, perché, riflettendoci, non se ne può fare a meno. In verità, ci sono sempre cose che la traduzione non rivela, mentre l’arte della traduzione sarebbe quella di non lasciare che nulla vada perduto.”
Marguerite Yourcenar, scrittrice e poetessa francese, descrive così il complicato lavoro del traduttore. Tra due rive. Traduzioni letterarie d’autore nella cultura europea, pubblicato dalla casa editrice Aracne nel 2020 e curata da Francesco Laurenti, è un volume realizzato nell’ambito del progetto di ricerca “Authors-Translators and European Literary Culture” all’interno della collana “Echo”. Tra due rive è un testo scritto a più mani che analizza il rapporto tra scrittura e traduzione, portando alla luce esempi concreti di alcuni tra gli autori-traduttori più importanti del panorama letterario europeo del XX secolo.
L’analisi delle traduzioni di Yourcenar, Giovanni Raboni, Elsa Triolet, Giuseppe Ungaretti, Luciano Bianciardi, Carlo Emilio Gadda, Eugénio de Andrade e Vladimir Nabokov, ci vengono proposte in dieci capitoli differenti. È chiaro che ognuno di loro abbia avuto un approccio differente alla prassi traduttiva: se per Bianciardi la traduzione è una “malattia”, per Nabokov è “il modo migliore per unire e collegare il mondo”, per Yourcenar, invece, è “un processo digestivo in cui il testo viene assimilato e restituito filtrato dalla sua visione personale”. In ogni caso però la traduzione è sempre, per tutti loro, frutto di una scelta pensata. Diversamente da Yourcenar e Bianciardi che scelgono di privilegiare il pubblico della lingua di arrivo, alle volte sacrificando la fedeltà al testo, Nabokov sceglie di seguire fedelmente il cosiddetto “principio di equivalenza semantica” che si ottiene attraverso la riproduzione (il più precisa possibile) delle particolarità sintattiche e associative del testo originale.
Durante la lettura del saggio sarà possibile per il lettore approcciarsi a tutte le sfaccettature che hanno caratterizzato il processo di traduzione (non solo di narrativa, ma anche di poesia), toccando argomenti ostici, come la censura del Glavlit, nel caso delle traduzioni dal francese al russo. Oppure i confini tra la figura di poeta e quella di traduttore possono sbiadire, come nel caso di Ungaretti che riuscì a percepire la profondità dei sonetti di Shakespeare meglio di chiunque altro.