“Se in Perché l’Italia amò Mussolini, avevamo raccontato la costruzione di un consenso largamente maggioritario, del tutto singolare per una dittatura, qui sgraniamo un rosario di tragici errori che hanno portato il nostro paese alla rovina.”
Bruno Vespa torna in libreria con Perché Mussolini rovinò l’Italia, terzo volume dedicato agli anni più neri del Fascismo accompagnato da una fresca indagine sugli ultimi mesi pandemici, presentando una connessione soltanto in apparenza azzardata. Destreggiandosi tra il lavoro di cronista e storico su due treni perfettamente paralleli, il celebre giornalista aquilano ci racconta gli ultimi anni del partito, dalla seduzione tedesca ai danni del Duce, scosso dai postumi della campagna in Etiopia e ipnotizzato dalle manovre militari del Führer, fino al tragico epilogo delle leggi razziali, una resa ancora inspiegabile, nonché macchia ignobile per un’Italia che si affacciava alla guerra.
Una guerra che trovava una nazione impreparata, scontenta e tentennante, e che illudeva con i suoi propositi di una breve durata. Al termine di cinque atroci anni, dopo aver collezionato sconfitte ed errori al governo, l’Italia ne esce distrutta e il Duce ridimensionato fino all’arresto.
Allora Vespa, con un abile salto nel tempo, ci conduce a un altro dopoguerra, politico e sanitario, dove ci si prepara alle elezioni, ammiccando alla vicina presidenza. La minaccia Covid intanto, alla stregua di un conflitto appena superato, sembra oggi confinata a una inevitabile, seppur monitorata convivenza.
I noti protagonisti suonano il campanello e il padrone di casa li accoglie nel suo salotto in veste di conduttore esperto, intervistandoli sullo scenario politico attuale e futuro, incalzando con domande condite da ironia e arguzia.
Il treno riparte con ritmo frenetico, guidandoci dai retroscena dietro alle dimissioni di Conte e la scommessa vinta dal deus ex machina Renzi, al nuovo PD battagliero che marcia su Palazzo Chigi; a seguire i bisticci tra Meloni e Salvini, entrambi impegnati a nascondere la polvere sotto il tappeto dopo i casi Fidanza e Morisi e tenuti a bada al paciere Berlusconi, rinvigorito dopo l’ennesima assoluzione.
Infine, a varcare la porta è Mario Draghi, stimato dal mondo intero nella sua veste di impeccabile economista e fortemente voluto da tutti sulle ali dell’entusiasmo del whatever it takes.
L’Italia sembra finalmente risollevarsi dopo l’applaudita estromissione di Arcuri, grazie a una campagna vaccinale da record, e si prepara, più consapevole e temprata, ad affrontare l’ennesima ondata.
Con una bibliografia ricca e curata, contributi originali dai protagonisti dell’epoca passata e odierna, Perché Mussolini rovinò l’Italia è una fedele fotografia degli anni più bui del nostro paese, accompagnata da un’analisi lucida della nostra più vicina realtà.
Bruno Vespa – Perché Mussolini rovinò l’Italia (e come Draghi la sta risanando)
468 pag., 20,00 euro – Mondadori 2021 (I libri di Bruno Vespa)
ISBN 9788804745433
Questa recensione è stata realizzata nell’ambito del corso di Editoria italiana: scenari e trend di Paola Di Giampaolo. Vedi l’elenco completo degli insegnamenti del Master BookTelling.