Il bel libro di domani dovrà essere una vittoria della intelligenza e non dei quattrini, una vittoria del buon gusto e non della pazienza certosina, una vittoria della genialità e non dello snobismo
Il volume di Ezio D’Errico e Edoardo Orecchia è una monografia su teoria, storia e applicazione dei tipi di stampa, pubblicata come “trattatello” per la prima e unica volta nel 1938 su un numero speciale della rivista torinese “Graphicus”. Ronzani Editore lo ripropone nel 2022 a cura di Sergio Polano, all’interno della collana “Storia e culture del libro.”
In apertura dell’opera, i due autori offrono un breve excursus sull’invenzione degli alfabeti presso le antiche civiltà, per tracciare nei capitoli successivi una cronistoria suggestiva dei tipi di stampa, in grado di immergere il lettore dentro l’evoluzione semantica e grafica dei caratteri. Si delinea così una sorta di continuità tra le prime forme di rappresentazione dei segni e l’arte tipografica delle epoche successive.
Caratteristica principale del modus operandi degli autori è la scelta di “esaminare prima gli uomini e poi le cose”, ovvero di indagare in prima istanza il vissuto di quelle personalità che, nel corso della storia, si sono distinte per le felici intuizioni che hanno contribuito all’evoluzione delle tecniche dell’impaginazione e della stampa. Ogni loro scelta è strettamente connessa al contesto storico, sociale e culturale che l’ha determinata, presupposto per una comprensione piena da parte del lettore.
Eccellenti tipografi e grandi stampatori si susseguono in una carrellata di aneddoti e riflessioni, grazie al loro spirito d’iniziativa e all’estro creativo che li ha portati a lasciare letteralmente un’impronta indelebile nella storia della tipografia.
Mistero dei caratteri offre uno sguardo realistico sulle vicende dei grandi stampatori del passato, con l’occhio puntato costantemente alle conseguenze sul lungo periodo del loro operato, sul quale spesso è facile intuire la posizione degli autori, dati i giudizi espliciti e spesso perentori.
Significativa l’attenzione riservata ai tipografi d’eccezione, sia italiani (es. Alfieri) sia stranieri (es. Balzac), dei quali vengono forniti alcuni curiosi aneddoti utili per comprendere la loro passione per la tipografia. In particolare, del primo si dice che gestì una piccola tipografia casalinga, mentre del secondo si fa riferimento a un crollo finanziario causato da imprese tipografiche più grandi di lui.
Il volume viene proposto in un’edizione arricchita da alcuni tra i contributi più significativi di Ezio D’Errico sull’arte della tipografia, caratterizzati spesso da commenti venati di ironia e riflessioni che risultano attuali ancora oggi.
Chiude la monografia un ritratto biografico dello stesso, curato da Sergio Polano e corredato da un ricco apparato iconografico.
Questa recensione è stata realizzata nell’ambito del corso di Web, e-commerce e metadati per l’editoria di Paola Di Giampaolo.Vedi l’elenco completo degli insegnamenti del Master Professione Editoria.