“Tutti sono in grado di aprire Word e scrivere un titolo, anche i tuoi clienti. Se decidono di pagarti, si aspettano che tu sia almeno in grado di farlo in maniera efficace”.
Così recita la regola d’oro del copywriting. Ma cosa fa un copywriter? Cosa si cela dietro questo nome mutuato dal mondo anglosassone, così come la maggior parte dei termini che vi troverete a maneggiare se intraprenderete questa strada professionale? Il copywriter pensa, crea, media fra i desiderata del cliente e del consumatore; è libero spirito creativo limitato dal tempo e abile conoscitore di codici linguistici diversi a seconda del canale comunicativo prescelto per la pubblicità (radio, tv, online, social, stampa). Il copywriter è prima di tutto un professionista artigiano della parola, che deve convincere il consumatore, ed essere convinto a sua volta di ciò che afferma. È quindi un narratore che non dovrebbe mai dire bugie.
Nel Mestiere del copywriter, edito da Editrice Bibliografica all’interno della collana I mestieri della comunicazione, l’autore Rodolfo Croce, copywriter torinese ma milanese d’adozione, spalanca al lettore le porte di un’agenzia pubblicitaria di Milano e analizza il processo creativo che genera un concept, ossia l’idea che anima la promozione di un prodotto. L’autore racconta come si articola la giornata di un copywriter, detto anche copy, suddividendo l’opera in capitoli corrispondenti idealmente alle parti della giornata, dalla mattina all’alba. Abdicando alla pretesa di scrivere un manuale, questo si rivela un espediente narrativo utile a descrivere in tutte le sue minuzie, mescolando ironia a genuino entusiasmo, il mondo del copywriter: l’ambiente di lavoro, le figure professionali affini, le attività e le mansioni proprie di chi svolge questo lavoro creativo, che, come dice lo stesso autore, quasi istituzionalizza il ‘cazzeggio’ come pratica necessaria alla produzione di idee. Perché nell’ambito ascoltare musica, guardare un film o leggere un libro al lavoro significa trovare l’ispirazione. Essere copy significa essere pagati per avere idee, buone idee. Senza tralasciare mai la minacciosa regola d’oro del copy. Farsi venire un’idea può essere difficile, ma elaborare in fretta un’idea convincente per pubblicizzare un prodotto che non si conosce è una sfida con se stessi e contro il tempo.
Quest’ultimo è insieme il nemico e l’alleato del professionista. Se da un lato in poco più di una mattinata un copy deve sviluppare un’idea, una scena e una formula per vendere un prodotto, avendo come soli indizi e informazioni i contenuti di un semplice brief, ossia di una sintesi che condensa le caratteristiche del prodotto; dall’altro, dovrà sfruttare l’intera giornata fino a notte inoltrata, l’unica chance a disposizione del creativo per presentare una proposta la mattina successiva sulla scrivania del capo, il direttore creativo esecutivo. Parafrasando Rodolfo Croce, nessuno costringe un copywriter a non avere orari, ma nessuno costringe un copywriter a divenire copywriter. Detto fra le righe, intraprendere con profitto questa professione significa lavorare dalla mattina all’alba, ovvero l’arco di tempo descritto dal primo all’ultimo capitolo di questo libro moltiplicato per i giorni dell’anno.
Questa recensione è stata realizzata nell’ambito del corso di Web, e-commerce e metadati per l’editoria di Paola Di Giampaolo. Vedi l’elenco completo degli insegnamenti del Master Professione Editoria. [link all’elenco dei docenti sul blog]
Il mestiere del copywriter – Rodolfo Croce
195 pagg., 22,00 euro – Editrice Bibliografica 2020 (I mestieri della comunicazione)
ISBN 9788893571227