“Per me un libro è sacro solo nel senso che regala emozioni e illuminazioni che quasi nessun altro oggetto offre. È sacro perché è come una preghiera, un’aspirazione a trascendere. Ma non ho alcun problema a considerarlo pure una merce, un oggetto di uso quotidiano, uno strumento per ottenere altri piaceri e obiettivi. Anzi, amo i libri proprio per come riescono a cambiare la mente, e la vita stessa.”
Sandro Ferri, fondatore e direttore editoriale di Edizioni E/O, condensa nel suo nuovo libro quarant’anni di carriera nel mondo dell’editoria. L’editore presuntuoso è il racconto della fondazione della casa editrice, nella Roma di fine anni ’70: comincia con la messa appunto di un piano editoriale convincente, con le difficoltà e i bilanci negativi dei primi anni di lavoro; e continua fino a oggi, passando attraverso i primi best-seller, la fuga dal gruppo editoriale, il caso Elena Ferrante e infine, la fondazione di Europa Editions, con due sedi a New York e a Londra.
L’autore vuole fare di questo libro una sorta di piccolo manuale per futuri editori. Attraverso la sua personale vicenda, Ferri tratteggia uno spaccato della realtà editoriale contemporanea e della sua evoluzione negli anni, senza nascondere i turbamenti provocati in un editore della vecchia guardia dai social, dal marketing e dal self-publishing.
Con un po’ di presunzione, per l’appunto, Sandro Ferri tratteggia i lineamenti dell’editore ideale, ossia l’editore-soggetto: “nella mia opinione l’editore è soprattutto un tipo (forse presuntuoso, forse romantico) che legge dei manoscritti (a volte neppure li legge, ma li ‘annusa’, per ricorrere a una metafora che non mi piace ma che può rendere l’idea di qualcuno che intuisce il valore di uno scritto), vi applica sopra il proprio marchio e pretende (perlomeno spera) che vengano letti da lettori paganti”. L’editore-soggetto dev’essere un marchio di garanzia, un “paladino della lettura”, in grado di essere fedele a sé stesso e al suo progetto, ma anche di cogliere i mutamenti del tempo. È il baluardo difensivo contro l’editoria dell’algoritmo.
L’editore presuntuoso è allora qualcosa di più del semplice manuale o del racconto autobiografico: il libro vuole non soltanto “interrogarsi sul domani di una categoria professionale. La domanda ha un respiro molto più ampio: chi ci dirà cosa dovremo leggere, se potremo ancora leggere?”.
Ferri affronta il tema con grande spigliatezza, mostrandosi nella sua personalità di editore appassionato e sincero, anche se non sempre umile. “Qui dentro ci sono storie divertenti, consigli spericolati e giudizi poco diplomatici.” Il libro alterna capitoli dedicati al panorama editoriale e alla crescita di E/O a capitoli più personali, quasi delle pagine di diario, con spiritose provocazioni e utili lasciti per gli editori di domani.
Proprio su queste note si conclude L’editore presuntuoso: Sandro Ferri, oggi settantenne, utilizza il suo libro come passaggio di testimone alla figlia Eva e alla redazione, sempre più giovane e fresca, che collabora con lui, ammettendo in tutta schiettezza “facciamo fatica a capire e a condividere i gusti e le pratiche delle nuove generazioni […] non riusciamo a stare al passo, e forse nemmeno c’interessa più di tanto”. Un’idea resta però sempre costante negli anni: un’editoria senza editori non è possibile.
Questa recensione è stata realizzata nell’ambito del corso di Web, e-commerce e metadati per l’editoria di Paola Di Giampaolo. Vedi l’elenco completo degli insegnamenti del Master Professione Editoria.
Sandro Ferri – L’editore presuntuoso
256 pagg., 10,00 euro – Edizioni E/O, 2022 (Assolo)
ISBN: 9788833574318