Un progetto a cura degli allievi dei master in editoria dell’Università Cattolica del Sacro Cuore

Sono le news, bellezza! Di Michele Mezza

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“Siamo nel giornalismo della sesta W, dopo What, When, Where, Who, Why, oggi è centrale il While, il mentre, la notizia che si sta formando, in real time”

Cosa accade quando anche un tempio dell’informazione cartacea occidentale come la Columbia University attribuisce il premio Pulitzer a un sito internet? Come deve ripensarsi il giornalismo a fronte dei profondi cambiamenti che stanno investendo il modo di fare informazione? E infine, è corretto parlare di cambiamento epocale?

A queste domande vuole dare una risposta Michele Mezza, giornalista Rai e inviato del Giornale radio in Urss e in Cina. Abbandonando nostalgie e conservatorismi, Mezza fornisce un’analisi lucida dei cambiamenti tecnologici, sociali ed economici verificatisi negli ultimi decenni, in un saggio che ancora prima dell’informazione vuole parlarci della società. La vera rivoluzione si è verificata nell’economia, nella politica e nella tecnologia, per poi ripercuotersi sui media.

In una società che da massa è divenuta comunità di individui, dove chiunque grazie alla rete ha accesso alle informazioni e può diventarne facilmente autore e dove persino le elezioni americane sono state vinte da un outsider come Obama che è riuscito, attraverso un sapiente uso dei mezzi di comunicazione, a parlare ai singoli usando “milioni di nani per guardare lontano”, qual è il ruolo del giornalista?

È inevitabile che, al mutare dell’ambiente dove ha preso forma la funzione tradizionale del giornalista, debba inevitabilmente mutare la funzione stessa.

Non è più pensabile (fortunatamente, secondo l’autore) un modello novecentesco in cui i giornalisti, in quanto mediatori, siano gli unici detentori dell’informazione e il resto della popolazione si limiti a un ruolo passivo.

Tuttavia, tali cambiamenti non sono del tutto nuovi. Stiamo assistendo a un ritorno dell’informazione come rito sociale.

Emblematica è l’immagine offerta dell’albero di Cracovia, un imponente castagno nel centro della Parigi del Settecento dove si recavano i parigini per raccogliere le informazioni e pettegolezzi. Michele Mezza vede la rete come un grande ritorno all’albero di Cracovia.

E in un mondo dove trovare e dare informazioni è possibile per tutti, la sfida del giornalismo è essere “più creativo di Google, e più innovativo di Apple”. È sul piano della qualità che si gioca la sfida del giornalismo contemporaneo.

Michele Mezza – Sono le news, bellezza!

188 pagg., 18,00 euro – Donzelli editore 2011 (Interventi Donzelli)

ISBN 978-88-6036-550-7

 

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