“Questo mio tempo lento, dopo anni passati a rincorrere le notizie, ha avuto una conseguenza magica, l’occasione di riscoprire la pazienza e il gusto di arrivare in anticipo. Imparare ad attendere e ad apprezzare la competenza e il ritmo naturale delle cose. Mi riconcilia con la profondità e la lentezza e mi fa fare pace con il telefono silenzioso.”
A Febbraio del 2019, Mario Calabresi viene licenziato dal suo ruolo come direttore de “La Repubblica” e improvvisamente il suo cellulare smette di suonare. Perde la sua quotidianità, il suo ritmo. Il silenzio inaspettato giace su una linea temporale diversa, tutto viene rallentato, i dettagli intensificati. Deve in qualche modo riempire quel vuoto che gli è stato imposto, e lo fa compiendo ciò che gli viene meglio, indaga.
La confusione del mondo contemporaneo, con la vastità di attività e percorsi individuali e unici che ciascuno di noi è chiamato a intraprendere, ci costringe a confrontarci con la nostra individualità: noi soli in un mondo di diversità. Viviamo queste nostre peculiarità come se nessun altro potesse comprenderle fino in fondo se non noi, ma ci dimentichiamo di essere parte di una comunità. La comunità del genere umano. Ci sono emozioni, sentimenti, stadi della vita che tutti attraversiamo e comprendiamo l’uno dell’altro, istanti che racchiudono esperienze che per noi non hanno tempo, o spazio. Tra questi, la sensazione di vuoto che caratterizza la mattina dopo.
Calabresi ci ricorda di questa comunità, raccontandoci un istante della vita che tutti abbiamo sperimentato o sperimenteremo prima o poi. Si tratta del momento del risveglio, dopo la perdita di qualcosa di importante che caratterizzava la nostra routine. L’uomo vive una quotidianità, vive un ritmo, è un essere adattabile, ma cosa succede quando l’ordine di quel cosmo personale che si era creato viene messo in crisi?
Nella sua semplicità, La Mattina Dopo, è un libro che ci accomuna. Le testimonianze, divise per capitoli, accompagnano il lettore in un viaggio nel tempo e nello spazio. Perché il giorno prima è diverso per tutti: per alcuni cicatrizzato nella memoria come la perdita dell’odore del vino, o la liberazione degli ebrei dai Nazisti; per altri, è un segno permanente sul nostro corpo, come sperimenta Daniela la garagista dopo un incidente stradale e la conseguente perdita dell’uso delle gambe. Ma la mattina dopo, il senso di solitudine che ci invade, il vuoto che ci opprime, quello è uguale per tutti.
La sensazione peggiore di questo momento è quella di sentirsi solo con se stessi. Eppure Calabresi dimostra al lettore che la solitudine dell’uomo è l’esperienza che più ci accomuna. Per questo il suo libro è per tutti quelli che si sentono soli, perché possano riscoprire di essere parte di una comunità. Perché possano svegliarsi il giorno dopo con la consapevolezza di non essere soli in questa loro intima solitudine.
Mario Calabresi – La mattina dopo
135 pagg., 17 euro – Mondadori 2019 (Strade Blu)
ISBN 9788804663195