“Se è vero che l’approccio multiculturale, multidimensionale, onnivoro, della generazione delle reti riposa sul presupposto tecnico […] è anche vero che quegli stimoli hanno bisogno di essere messi in forma, ordinati, che il sapere ha bisogno di essere correlato, che le conoscenze hanno bisogno di essere consolidate e organizzate. La cultura orizzontale in altre parole non può fare a meno della cultura verticale”
L’ingresso della tecnologia nella nostra quotidianità ha modificato tantissimi settori, tra i quali spicca quello culturale. L’idea stessa di cultura è molto cambiata, affiancando ai tradizionali metodi di trasmissione nuovi canali e approcci. È su questo aspetto che si sofferma il testo La cultura orizzontale, con un’analisi delle trasformazioni in seguito all’imporsi di Internet e alla nascita dei social network, che velocemente sono diventati presenze costanti durante le nostre giornate.
Ma cosa si intende per cultura “orizzontale”? Il termine si riferisce agli utenti che sono, al tempo stesso, consumer e producer della cultura, cioè coloro che beneficiano di un ambiente intellettuale, ma ne sono
anche creatori. Qualsiasi persona che navighi su Internet o frequenti blog e social network ha la possibilità di dar voce alle proprie idee e opinioni. Si scrivono post su Facebook, si postano foto su Instagram e video su YouTube; queste azioni creano una rete, che unisce persone con gli stessi gusti, la stessa mentalità, le stesse prospettive di vita e di carriera.
È però a tutti gli effetti un’arma a doppio taglio. Per quanto Internet abbia democratizzato il settore culturale, permettendo a chiunque di crearsi un’opinione informata e di contribuire attivamente a diversi dibattiti, ha anche creato un ambiente ostile nei confronti del mondo della cultura, determinando una distanza tra il pubblico fruitore e gli esperti e i professori. Tutto questo ha determinato un allontanamento dalla figura autoriale e portato il pubblico medio a pensare di riuscire a conoscere qualsiasi cosa solo tramite una ricerca sul Web.
La disponibilità delle tecnologie ha reso necessaria la capacità di saperle usare, elemento che determina anche lo sviluppo di un Paese. Il digital divide, un’aggregazione personalizzata e una diversificazione dei canali hanno creato una nuova cultura frammentata e non omogenea, da tramandare alle generazioni.
Giovanni Solimine è professore di “Biblioteconomia” e di “Culture del libro, dell’editoria e della lettura” presso l’Università di Roma La Sapienza. Ha da sempre rivolto il suo interesse alla biblioteca e alle sue funzioni, ma anche alle trasformazioni nella creazione e circolazione della conoscenza, e al rapporto fra comunicazione tradizionale e multimedialità. Giorgio Zanchini è un giornalista e conduttore radiofonico di Radio Rai, si occupa di comunicazione di massa, giornalismo radiofonico e culturale.
Con questo volume, vogliono cercare di capire cos’è questo “nuovo” metodo di trasmissione culturale che sta sostituendo e modificando quello più tradizionale. Nella trattazione si analizzano i vantaggi e i problemi della digitalizzazione, toccando vari settori dell’intrattenimento culturale, come la musica, il cinema, la televisione, la radio, i videogiochi e i festival; come tali ambiti siano cambiati con l’avvento delle novità tecnologiche e come vengano fruite dalla nuova “generazione delle reti”.
Questa recensione è stata realizzata nell’ambito del corso di Web, e-commerce e metadati per l’editoria di Paola Di Giampaolo. Vedi l’elenco completo degli insegnamenti del Master Professione Editoria.
Giovanni Solimine, Giorgio Zanchini – La cultura orizzontale
192 pagg., 14,00 euro – Laterza 2020 (Saggi Tascabili)
ISBN: 9788858139875