“È poi la collana a rendere chiara una strategia d’impresa, tanto è vero che gli editori nelle lettere di lavoro e talvolta nelle proprie memorie parlano moltissimo delle proposte altrui. La collana a questa stregua vale come termine medio, enumerabile, che sta tra l’universo dei titoli editi e l’opera singola.”
Bruno Pischedda inserisce un nuovo tassello nel campo degli studi di storia dell’editoria contemporanea, i quali abbiano, o che hanno avuto, l’aspirazione a circoscrivere l’intero arco temporale di questa disciplina. Na nasce una sintesi chiara e comprensibile dei saggi specialistici usciti negli ultimi anni e l’occasione di riscoprire monografie importanti ma datate, che altrimenti correrebbero il rischio di cadere nell’oblio.
Se l’autore non nasconde di fare tesoro dei compendi precedenti pubblicati in questo campo, individua tuttavia un proprio originale tracciato, gli estremi del quale si possono identificare già nel titolo dell’opera. In primo luogo, la competizione, a significare l’estrema attenzione che si riserva agli aspetti imprenditoriali ed economici dell’editoria postunitaria, come nei casi di Treves e Sonzogno. In secondo luogo, l’idea di indagare solo quei fenomeni che toccano il vasto pubblico, per concentrarsi nel campo dei grandi numeri, delle grandi tirature e dei generi popolari.
Protagonisti sono dunque gli editori che, grazie a una strutturazione aziendale che guardi alle novità d’oltralpe, si preparano alla più larga diffusione possibile dei loro prodotti. Modello principe di questo tentativo di raggiungere tutti i tipi di lettori e di abbattere le barriere di reddito e istruzione è l’editore Treves, vero antesignano delle politiche mondadoriane, il quale assurge a punto di equilibrio tra gli estremi di un’editoria marcatamente popolare, e quindi ancora fossilizzata a un rigido sistema delle classi sociali, e un tipo di editoria conservatrice.
Infine, le collane. Viste come entità assai eloquenti, sono in grado di apparire come sintesi tra le spinte individuali dei singoli titoli e la genericità delle linee editoriali, e per questo sono adatte a un discorso che voglia essere affresco e analisi dei rapporti che intercorrono tra i vari protagonisti. Esaminare le collane di maggiore successo consente di mettere in luce sia gli aspetti del mercato, sia il posizionamento ideale e politico della casa editrice. Il volume si concentra quindi sugli editori che fin dall’Unità lavorano per l’ampliamento del proprio pubblico e il posizionamento in fasce ancora inesplorate. Gli stessi che, nonostante le numerose critiche e le opposizioni di certe visioni reazionarie, intravedono schiudersi le nuove esigenze del secolo e a esse vanno risolutamente incontro.