“Per un cattolico, la colpa non era solo un sentimento. Era l’inevitabile conseguenza del peccato. Era una cosa oggettiva, chiaramente visibile a Dio. Lui l’aveva vista mangiare sei biscotti, e il nome del suo peccato era ingordigia.”
Primo libro di una trilogia dal titolo apparentemente ambizioso A Key to All Mythologies, Crossroads (Einaudi, traduzione di Silvia Pareschi) di Jonathan Franzen è la storia della straordinaria ordinaria vita degli Hildebrandt, una famiglia della New Prospect, Chicago, degli anni Settanta.
Ma chi sono gli Hildebrandt? Se è vero ciò che sosteneva Tolstoj, e cioè che “Tutte le famiglie felici si assomigliano; ogni famiglia infelice è invece infelice a modo suo”, la famiglia Hildebrandt è certamente una famiglia infelice a modo suo, nonostante ogni suo membro cerchi di nascondere le proprie incertezze e debolezze dietro a una facciata di decoro e rigore religioso tipico del culto della First Reformed (Chiesa protestante americana di origine olandese), del quale il capofamiglia è pastore.
In quello che potrebbe definirsi quasi come un Grande Romanzo Americano, l’autore dipinge un quadro a tratti drammatico e a tratti comico degli Stati Uniti degli anni Settanta, caratterizzata dall’incontro-scontro tra la cultura hippie e l’estrema devozione religiosa delle piccole comunità.
Attraverso le pulsioni naturali, gli errori e il conseguente senso di colpa di Russ Hildebrandt, sua moglie Marion e i loro tre figli maggiori, Clem, Becky e Perry, ognuno alle prese con i propri conflitti interiori, Franzen ci accompagna in un viaggio alla scoperta della moralità, della religione e dei loro limiti.
In un susseguirsi di episodi sospesi tra passato e presente, ci troviamo catapultati in un mondo così diverso dal nostro, ma al contempo così simile, che ci viene da chiederci se quella degli Hildebrandt non sia in realtà una storia universale, vicina e comprensibile per chiunque si sia mai trovato a dover scegliere tra il fare la cosa più giusta e la cosa che si desidera di più.
Perché, anche se la Guerra del Vietnam ci sembra ormai lontana, i dilemmi morali che attanagliano Clem non sono poi così distanti da quelli che si potrebbe porre un giovane universitario italiano nel 2021. Perché, anche se non tutti ricorriamo alle “soluzioni” a cui ricorre Perry, la sua difficoltà nel trovare qualcosa che lo stimoli e lo appassioni davvero suonerà probabilmente familiare a coloro i quali sono stati o sono ancora alla ricerca del proprio posto nel mondo. E perché, se non tutte le famiglie sono la famiglia Hildebrandt, ogni famiglia potrà trovare una parte di sé tra le pagine di questo libro.
Ed è così che una volta terminato il libro, impiegheremo un po’ a renderci conto di non essere più a New Prospect, ma che un po’ di New Prospect rimarrà dentro di noi, forse per sempre.
Jonathan Franzen – Crossroads
640 pagg., 22 euro – Einaudi 2021 (Supercoralli)
ISBN 9788806248420