“Quanti libri effimeri ci vogliono perché lo stesso pubblico colto, sommerso da titoli deboli garantiti dal marchio editoriale, non ricerchi o non comprenda più Mari? E questo restringersi dell’orizzonte, pur consentendo all’editoria di qualità di tirare il fiato nel breve, quali effetti porta, nel lungo periodo e per la società in generale? (…) ma quando il compromesso diventa insostenibile? E continuando a cedere ogni giorno un piccolo spazio in più, l’editoria saprà ancora accorgersi dei confini superati?”
Il giornalista Alessandro Gazoia si è assunto il compito di rispondere a una domanda impossibile. Quale sarà la sorte dei libri dopo la rivoluzione digitale? E i lettori?
“Come finisce il libro” (minimum fax, 2014) è una lucida disamina sull’editoria contemporanea: la sovrapproduzione di titoli, il ciclo di vita breve – anzi, brevissimo – di un libro in libreria, la crisi degli indipendenti, il self-publishing, l’e-book, lo strapotere commerciale di Amazon, la pirateria digitale.
La scrittura di Gazoia riesce a essere acuta e pungente, senza mai cedere allo snobismo provocatorio o all’antipatica compiacenza delle élite culturali ma, anzi, si muove disinvolta tra le nuove icone della cultura popolare. Riesce persino a essere spassoso mentre sottolinea gli aspetti più bizzarri del mercato attuale: nella sezione e-book autopubblicati su Amazon, per esempio, è presente una vasta selezione di narrazioni sul tema “erotismo e dinosauri”(Presa dallo pterodattilo, Rapita dai triceratopi ecc.).
In linea con un approccio concreto e vivace, l’autore decide di fare appello costante al lettore. L’interrogazione continua, oltre a rendere la lettura più partecipativa, sottolinea l’importanza e l’unicità del ruolo del lettore nel mondo editoriale oggi. Non la scambiate per una ruffianeria. La lettura è un atto che ormai adotta pratiche diverse e uniche per ogni soggetto.
Non sono poche le contraddizioni che investono tanto la filiera editoriale quanto i lettori. Si legge su smartphone, su tablet, sullo schermo del pc. La lettura appare “aumentata”, eppure il numero di lettori sembra comunque in flessione. Bisogna fare i conti con potenti player come Amazon e Google, portatori di nuove modalità di produzione, distribuzione e vendita. Di più, è mutata profondamente l’idea stessa di autore e di pubblicazione: lo scrittore si “auto autorizza”, come dice Gazoia, a scrivere. Non è selezionato da un filtro editoriale e si promuove da solo sul web.
Questi processi, pur distinti, non sono scollegati gli uni dagli altri e vanno infine compresi in un quadro più ampio che Gazoia prova a ricomporre. Un quadro che va anche oltre i confini nazionali e rafforza l’idea che nell’epoca delle connessioni sia sempre più necessario pensare in ottica internazionale.
Il saggio non offre soluzioni facili né confeziona previsioni funeree sulle sorti della lettura. È vero, il libro non è più, come in passato, “il veicolo esclusivo delle idee” ma resiste e Gazoia riflette su questa resistenza in cui i lettori hanno il ruolo di partigiani. Lontano quindi dalle profezie apocalittiche, si intravede un cauto ottimismo.
“Come finisce il libro”, rimane una riflessione attuale, nonostante sia stato pubblicato qualche anno fa. Consigliato a chi vuole orientarsi nel mondo ipermediale e complesso dell’editoria contemporanea. Per lettori consapevoli che vogliono mantenere uno sguardo vigile sull’attualità.
Alessandro Gazoia – Come finisce il libro. Contro la falsa democrazia dell’editoria digitale.
207 pagg., 10 euro – Minimum fax 2014 (Indi)
ISBN 978-88-752-1576-6