Gli Stati Uniti attraverso il racconto transmediale di Francesco Costa
Gli Stati Uniti: non oggetto, ma punti di vista
7.216,84 km separano Roma da Washington D.C.
Italia e Stati Uniti. E alla fine l’Italia non è Roma e gli Stati Uniti non sono Washington D.C.
Una distanza che non è solo misurabile contando i chilometri, ma attraverso la lingua, la politica, la cultura e tanto altro. Non è sufficiente cambiare oggetto d’indagine per comprendere gli americani, così come per loro non basta leggere la “Divina Commedia” e guardare “Gomorra” per inquadrare gli italiani.
Mai come negli ultimi anni, Italia e USA sono stati attigui e lontani allo stesso tempo. I film, le serie tv e i libri sembrano far crollare le distanze, ma se si presta attenzione ai fatti di cronaca, una sparatoria o perfino le proteste del Black Lives Matter, il rischio di spaesamento è reale; spesso, infatti, si rischia di cercare una risposta sbrigativa e universale per un Paese (che poi si può davvero parlare di un unico Paese?) che non è né semplice, né omogeneo.
Gli Stati Uniti possono però essere un po’ più vicini grazie anche al racconto puntuale, divulgativo e non banale di alcuni studiosi nostrani. Difatti, in questo panorama ricco di stimoli, i social media hanno sovente abbattuto le distanze tra esperti di questioni americane e noi, semplici curiosi. In questi anni, si è fatto conoscere così al grande pubblico il giornalista Francesco Costa che alla data odierna conta 189.000 followers su Instagram.
Chi è Francesco Costa?
“Spiego gli Stati Uniti agli italiani”, questa la frase che richiama l’attenzione nella bio del profilo Instagram di Francesco Costa, un giornalista e saggista italiano che si occupa di cronaca e politica statunitense da svariati anni.
Laureato in Scienze Politiche, ha collaborato con diverse testate nazionali e dal 2015 è vicedirettore del giornale online Il Post, col quale lavora fin dalla fondazione nel 2010.
Nel 2015 ha dato vita a un progetto giornalistico indipendente e transmediale sulla politica, la cronaca e la cultura degli Stati Uniti: Da Costa a Costa. Un piano di divulgazione tramite newsletter e podcast, con contenuti di approfondimento che possono essere fruiti dal moderno prosumer senza soluzione di continuità.
Come in un vero e proprio serial-investigativo, l’utente aspetta ogni sabato mattina l’uscita della nuova puntata, sotto forma di mail e/o audio; viene poi invitato a documentarsi e tenersi aggiornato anche parallelamente tramite rimandi a saggi, articoli di giornali esteri e interviste televisive d’oltreoceano. Spetta a ognuno di noi decidere quanto scavare.
A differenza però da una serie tv, se cambi l’ordine di fruizione dei diversi tipi di contenuti il risultato non cambia, dando sempre la possibilità all’ultimo arrivato di rimettersi in pari e far partire la maratona.
Un episodio del podcast da recuperare il prima possibile e che può darvi un’idea della forza divulgativa di questo progetto è quella dedicata all’ormai scomparso John Lewis, un vero e proprio pilastro dei moti rivoluzionari che hanno portato gli Stati Uniti un po’ più vicini a quella loro promessa di uguaglianza e libertà non ancora pienamente compiute.
Francesco Costa compie un’operazione ambiziosa, che in Italia non ha molti termini di paragone e che viene offerta al pubblico in maniera totalmente gratuita. Il lettore/ascoltatore può inoltre liberamente incentivare il lavoro di ricerca giornalistica tramite donazioni in serie o una tantum. Quest’azione non offre accesso a nessun contenuto aggiuntivo, ma permette a Costa di investire sempre più nello studio della materia, soprattutto viaggi sul campo, in un circolo virtuoso che collega la curiosità e il bisogno di informazioni puntuali ai reportage stessi. Così facendo, l’utente può comprendere il valore del progetto, diventando una specie di investitore delle notizie con cui entrerà in contatto ad ogni nuova puntata.
Questa è l’America
“Viviamo anni di risposte semplici a domande difficili. Facciamo fatica ad accettare che i problemi complessi abbiano ragioni e soluzioni complesse, che niente abbia mai una sola spiegazione, che le faccende degli esseri umani si intreccino e si influenzino tra loro in modi non del tutto indagabili”
Come un filo, questo libro si lega al progetto giornalistico Da Costa a Costa. Quasi una continuazione ulteriore. Dai social, alla newsletter, al podcast, fino ad approdare alla carta stampata. Cambiano i supporti, ma il filo etico che li lega è sempre lo stesso: accorciare la distanza tra l’Italia e gli Stati Uniti e porre un freno alle semplificazioni.
Il libro di Francesco Costa, edito da Mondadori e uscito a gennaio 2020, prova a rendere conto di questa sfaccettata e a volte contraddittoria realtà statunitense. L’autore presenta infatti una serie di storie che cercano di fotografare le luci e le ombre di un Paese che è stato così tanto romanzato e registrato da essere diventato quasi la caricatura di sé stesso.
Ognuno di noi, in cuor suo, pensa di conoscere un pezzettino di Stati Uniti e, d’altronde, come biasimarci? Netflix, Amazon Prime Video e Disney Plus sono diventate il porto sicuro di molte famiglie italiane (e non solo). Ogni settimana veniamo sommersi da film e serie tv made in USA. E prima di questi colossi dell’intrattenimento? C’era una volta Hollywood.
In “Questa è l’America”, si lascia da parte la vecchia America patinata, quella dei luoghi comuni. A mano a mano che si viaggia all’interno degli otto capitoli che compongono l’opera, ci si affaccia a territori e comunità spesso contraddittori e in perenne rivoluzione. Costa ha infatti il merito di non imboccare mai il lettore, lo lascia libero di ragionare, di informarsi e crearsi una sua opinione.
Una storia americana
Infine, arriviamo all’ultimo (per ora) tassello del progetto divulgativo del giornalista Francesco Costa. A gennaio 2021 esce in libreria “Una storia americana”, sempre edito da Mondadori, che ottiene un clamoroso successo, frutto di un lavoro di fino che come abbiamo già ricordato parte da lontano.
Quattro stagioni del progetto indipendente Da Costa a Costa (ora attualmente in pausa), una newsletter e un podcast, un primo libro pubblicato solo un anno prima e il continuo contatto non-mediato con i fruitori sui social media, in primis Instagram. Si tratta di un gioco di rimandi che potrebbe essere preso da esempio come il frutto di un’interconnessione della nostra contemporanea “Cultura convergente”.
In quest’ultimo prodotto, a metà tra la narrativa e la saggistica, si ripercorrono gli snodi cruciali delle vite dei neoeletti presidente e vicepresidente del Stati Uniti d’America: Joe Biden e Kamala Harris. Quali sono state le vittorie e le battaglie perse di queste due figure che hanno scalzato Donald Trump dalla Casa Bianca? Cosa ci rivelano le loro scelte sul modo con il quale governeranno il Paese più chiacchierato al mondo? Queste sono solo alcune delle premesse con cui approcciarsi alla lettura di “Una storia americana”, sempre cercando di mettere da parte giudizi e preconcetti, con la voglia di porsi più domande che risposte.
Questo articolo è stato realizzato nell’ambito del corso “La SEO e l’ e-mail marketing” del Master Booktelling con Claudia Consoli. Vedi l’elenco completo degli insegnamenti del Master Booktelling.